Mario Vargas Llosa, nato a Arequipa, Perù, il 28 marzo 1936, è uno scrittore, saggista, politico e giornalista peruviano con cittadinanza spagnola. È considerato uno dei più importanti romanzieri e saggisti contemporanei in lingua spagnola, e una figura di spicco del boom latinoamericano.
La sua opera letteraria comprende romanzi, opere teatrali, saggi e memorie. Tra i suoi romanzi più celebri si annoverano La città e i cani (1963), La casa verde (1966), Conversazione nella Catedral (1969), Pantaleone e le visitatrici (1973), La zia Julia e lo scribacchino (1977), La guerra della fine del mondo (1981), Chi ha ucciso Palomino Molero? (1986), Elogio della matrigna (1988), Lituma sulle Ande (1993), Il quaderno di Don Rigoberto (1997), La festa del Caprone (2000), Il Paradiso è altrove (2003) e Tempi duri (2019).
Vargas Llosa è noto per il suo stile narrativo complesso e innovativo, caratterizzato dall'uso di diverse prospettive, salti temporali e un'attenzione particolare alla realtà sociale e politica dell'America Latina. I suoi romanzi spesso affrontano temi come il potere, la corruzione, la violenza e la ricerca dell'identità.
Oltre alla sua carriera letteraria, Vargas Llosa è stato attivo in politica. Nel 1990, si candidò alla presidenza del Perù, ma fu sconfitto da Alberto Fujimori. Le sue opinioni politiche sono evolute nel tempo, passando da posizioni di sinistra a un liberalismo più conservatore.
Nel 2010, Vargas Llosa ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura "per la sua cartografia delle strutture del potere e le sue immagini taglienti della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell'individuo".
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